Coronavirus Covid - 19 : la scuola non può essere nè allarmista né banalizzatrice. La scuola dipende dalle autoritá istituzionali e scientifiche sia per il “da farsi” sia per il “da conoscersi”
23-02-2020 11:55 - News Generiche
Le misure governative per la gestione dell'emergenza epidemiologica del Coronavirus mirano alla “localizzazione” ossia al contenimento dei fenomeni nelle aree di focolaio - individuate e circoscritte da unità esperte scientifiche e amministrative - vietando l'ingresso e l'allontanamento di persone dalle stesse. In tal senso viene disposta - in quelle aree - la sospensione di attività e manifestazioni a vario carattere di socialità quali quelle lavorative, pubbliche, sportive, scolastiche e la restrizione della mobilitá. La “localizzazione” non va arbitrariamente integrata con comportamenti individualistici del tipo “tutto o nulla” (chiudiamo tutto, non facciamo più niente ovvero facciamo tutto come prima perché non é successo niente). Le parole d'ordine sono “tracciare i contatti, circoscrivere, confinare”. La “localizzazione” dunque va intesa proprio come una situazione in cui si misurano le competenze di cittadinanza: saper cooperare, saper valutare il contesto organizzativo che ci circonda, saper reperire ed usare le informazioni, saper gestire lo stress, adottare comportamenti improntati alla legalità, saper influenzare correttamente gli altri, saper distinguere le “fake news”, saper gestire le emozioni, saper impostare correttamente i problemi. Per la scuola, la ministra Azzolina dell'Istruzione ha previsto - come precedentemente comunicato - la sospensione delle gite scolastiche. Diverse forme di “autoritá“ (scientifiche, massmediologiche, politiche, ecc.) si stanno pronunciando in questi giorni sul tema “Coronavirus”. Sapendo di vivere in una ecologia dell'informazione (semiosfera di Lotman, infosfera di Floridi) comprendiamo il perché é facile che in questi giorni si ingenerino confusioni, fraintendimenti, scenari e visioni che producono domande di ogni genere che vanno dai timori nell'usare giocattoli cinesi alla sospensione del trattato di Schengen. Questa scuola sente il dovere di invitare tutti - ed in particolare coloro che si rivolgono ad essa direttamente ed indirettamente - ad una gestione razionale, avvertita e prudente delle “notizie” ribadendo che anch'essa dipende dalle decisioni istituzionali superiori - essendo appunto le Istituzioni gli unici soggetti che dispongono delle informazioni e dei saperi sufficienti ad agire - e pertanto non può interpretare arbitrariamente personali scenari rifrangendo le decisioni conseguenti sulle azioni da intraprendere quali il rispondere alle ansie più eterogenee o il sospendere di punto in bianco le attività didattiche o lavorative. La scuola NON può comportarsi - come direbbe Burioni - come un “VIROLOGO fai-da-te” e pertanto NON può parteggiare né per gli allarmisti né per i banalizzatori. La scuola : 1) per le attività didattiche (regolare prosecuzione ovvero riduzione ovvero sospensione) dipende UNICAMENTE dalle DISPOSIZIONI e ISTRUZIONI (Ordinanze Ministeriali, Ordinanze della Regione) che tempestivamente il MINISTERO (MIUR in accordo con il MS ) o la REGIONE invieranno alla scuola e che questa a sua volta tempestivamente trasmetterà agli interessati; 2) per la disponibilità dei locali scolastici, la mobilità cittadina e le misure di profilassi locale, dipende UNICAMENTE dalle DISPOSIZIONI e ISTRUZIONI (Ordinanze del Sindaco, Ordinanze Regionali) che tempestivamente l'ENTE LOCALE (il Comune, la Regione) invierà alla scuola e che questa a sua volta tempestivamente trasmetterà agli interessati. La scuola rifiuta ogni pretesa di semplificazione riduzionistica ben sapendo che di fronte a fenomeni complessi sono necessari comportamenti collettivi razionali ed una gestione psicologicamente, comunicativamente ed organizzativamente responsabile. Hans Kluge, direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità in Europa, invita a documentarsi sul Covid-19 su canali informativi affidabili, quelli del Ministero della Salute, dell'Istituto superiore di sanità, dell'Organizzazione mondiale della Sanità. “ […] Sicuramente non ci proteggerà dal contagio la discriminazione di chi ha un'origine diversa dalla nostra. È il tempo della solidarietà e della cooperazione. E poi non dobbiamo mai dimenticare il contesto: il 98% dei casi sono in Cina, in più dell'80% dei casi le persone infettate hanno avuto sintomi lievi, mentre meno del 15% sono in condizione serie e solo nel 5% dei casi si registra una patologia grave. Al momento osserviamo una mortalità di poco sopra il 2%, la maggior parte persone anziane con patologie pregresse. Detto questo, nelle aree italiane colpite (aree di localizzazione) il rischio di infezione (che NON significa rischio di malattia, che a sua volta NON significa rischio di malattia grave. n.d.r.) può essere più alto e per questo i residenti devono seguire le raccomandazioni delle autorità, compreso il non frequentare luoghi affollati".
Fonte: DS
Nè discredito dunque dei non-allarmisti, abusivamente paragonati, in queste ore, al Don Ferrante del capitolo XXXVII de “I promessi sposi” che, sulla base di pseudo-ragionamenti, ritiene perfettamente inutile prendere precauzioni ammalandosi mortalmente, né discredito di chi si preoccupa paragonato alla - sempre manzoniana - donnicciola del popolo Caterina Rosa che fa torturare e condannare a morte, nel luogo della Colonna infame, con la soperchieria del pettegolezzo e della delazione, due presunti untori.
Fonte: DS


